Il 22 Ottobre 2015, alla scuola Sacro Cuore di Novara, Mani in Pasta ha incontrato un'altra classe per il Bando del Museo della Pasta.

I bambini con lo stupore e la gioia visibile negli occhi hanno imparato divertendosi a fare la pasta.
E mentre l'uovo rotto si tuffava nella farina, l'olio d'oliva scivolava in un cratere bianco per poi essere impastato ad arte fino a creare simpaticissime forme. Per non parlare della farina di patate che con l'acqua ben si sposa per creare divertenti gnocchi: piccoli, grandi e morbidosi.
I bambini hanno vissuto una bellissima esperienza. Stupendo vedere il loro sguardo anche semplicemente per sentire dal tatto la diversità negli impasti. Un esperienza unica che rimarrà nel loro cuore e nella loro mente grazie ai sensi.
I bambini hanno creato anche il loro contenitore ideale, sbizzarrendosi in forme, colori e scritte assolutamente originali.
Un sincero grazie a GustaMi partner di APU!

 

Giocare con l’arte? Ma capiranno?

Così piccoli, capiranno cos’è l’Arte?
Capire cos’è l’Arte è una
preoccupazione (inutile) dell’adulto.
Capire come si fa a farla è invece
un interesse autentico del bambini

Alberto Munari

 

Forme d'arte e infanzia

Arte e creatività svolgono un ruolo fondamentale nell’ambito dell’evoluzione infantile, tuttavia, per molti versi, entrambe sembrano essere oggetto di scarso interesse da parte delle istituzioni. All’interno dei programmi educativi scolastici, le discipline artistiche appaiono infatti collocate in secondo piano rispetto alle altre e innegabilmente si continua a difendere la presunta preminenza dell’area cerebrale sinistra – quella del raziocinio – rispetto a quella destra – epicentro emozionale e creativo. In realtà, ripercorrendo la storia del pensiero filosofico e pedagogico, emerge un sottile fil rouge che collega la pratica di attività artistiche alle abilità comunicative e allo sviluppo fisico-cognitivo-emotivo durante l’infanzia. Numerosi studi sembrano infatti dimostrare che, fin dai primissimi anni di vita del bambino, l’arte contribuisce a migliorarne le capacità espressive, a favorire l’apprendimento logico – matematico e linguistico, a rafforzare la consapevolezza di sé, a liberare le potenzialità creative insite in esso. In definitiva, essa sembra essere determinante al fine di un’evoluzione interiore dell’individuo.

Nella prima metà del novecento, John Dewey, influente filosofo e pedagogista americano, affermò con convinzione l’idea che l’arte fosse il mezzo più indicato per utilizzare, in maniera costruttiva, l’energia creativa racchiusa nel bambino. Nella concezione di Dewey, l’arte non deve essere considerata come un’esperienza a se stante, bensì essa va messa in relazione alla psicologia dei singoli individui e alle realtà socio-culturali da cui scaturisce. Il filosofo sottolinea infatti come il fine ultimo dell’attività creativa del bambino non debbano essere i “manufatti” che egli realizza, quanto piuttosto la capacità di osservazione, le abilità mnemoniche e l’immaginazione, che l’arte contribuisce a sviluppare e che conferiscono all’individuo buone capacità critiche e di risoluzione dei problemi.

I benefici dell’arte nello sviluppo del bambino Nel corso degli ultimi decenni, sono stati condotti numerosi studi sul legame fra la pratica di attività artistiche e lo sviluppo delle capacità cerebrali dell’individuo durante la prima infanzia e tale dibattito si è fatto ancora più interessante con la diffusione delle neuroscienze. L’arte, nelle sue forme più varie (arti visive, musica, teatro, danza, etc.), coinvolge infatti tutti i sensi del bambino e ne rafforza le competenze cognitive, socio-emozionali e multisensoriali. Durante la crescita dell’individuo, essa continua ad influenzare lo sviluppo del cervello, le abilità, la creatività e l’autostima, favorendo inoltre l’interazione con il mondo esterno e fornendo tutta una serie di abilità che agevolano l’espressione di sé e la comunicazione. Erik Erikson nel celebre saggio “Infanzia e Società”, suddivide lo sviluppo dell’individuo in otto fasi (di cui le prime quattro sono relative al periodo dell’infanzia)e utilizza le nozioni di sviluppo cognitivo, emozionale, sociale e motorio. Egli sostiene, in estrema sintesi, che i bambini devono poter compiere numerose esperienze in ciascuno di questi quattro ambiti per diventare adulti “sani, felici e produttivi”.

 

 

Dal punto di vista cognitivo, le arti insegnano ai bambini:

a sviluppare capacità di problem solving, a comprendere che i problemi possono avere più di una soluzione e che ogni domanda può avere più di una risposta. Le soluzioni raramente sono fisse, ma cambiano in base alle circostanze e alle opportunità. Nella produzione artistica sono infatti indispensabili sia la volontà, sia la capacità di cogliere le soluzioni impreviste offerte dal lavoro che si evolve;

a elaborare una prospettiva multipla, influenzando anche il modo di osservare e interpretare la realtà. Durante il processo artistico la mente del bambino viene coinvolta in un processo di scoperta del “come” e del “perché”. Esattamente come uno scienziato, che sperimenta e scopre soluzioni, il bambino, quando si trova alle prese con un’idea artistica, analizza le varie possibilità e lavora attraverso il cambiamento;

a pensare “con” e “attraverso” i materiali, rendendoli consapevoli del fatto che attraverso mezzi materiali è possibile trasformare le idee in realtà.

 

Se si considera lo sviluppo emotivo, è possibile constatare che l’arte:

incoraggia la creatività e l’auto-espressione, insegnando ai bambini a dire ciò che “non si può dire”, spingendoli a ricercare nella propria poetica interiore le parole adatte a esprimere i propri sentimenti riguardo a un determinato lavoro artistico;

consente di sviluppare le proprie capacità comunicative. Poiché il linguaggio presenta numerosi limiti, che non gli permettono di contenere i confini della nostra conoscenza, soltanto l’arte ci consente di esprimere sentimenti che diversamente non troverebbero sfogo;

permette di mettersi alla prova in situazioni nuove e di sperimentare il più ampio spettro di sensazioni possibili.

 

Dal punto di vista dello sviluppo sociale del bambino, le arti:

insegnano a elaborare opinioni sulle relazioni “qualitative” e non solo “quantitative”. In genere, i programmi educativi sono per lo più incentrati sulle “risposte corrette” e sulle “regole”, mentre nell’arte prevalgono le opinioni e i giudizi;

favoriscono le competenze socio–emozionali. Attraverso l’arte il bambino impara a trovare un accordo con se stesso e a controllare i propri sforzi. Questo processo, insieme alla pratica della condivisione e dell’alternarsi, favorisce l’apprezzamento degli sforzi altrui e, al tempo stesso, la consapevolezza dell’unicità di ciascun individuo, da cui deriva una positiva consapevolezza di se stessi;

possono diventare un efficace strumento terapeutico per giovani problematici;

quando presentano una natura multiculturale, favoriscono l’integrazione di chi e di ciò che appare come “diverso”. Infine, per quanto riguarda lo sviluppo motorio del bambino, si può affermare che l’attività artistica:

migliora le funzionalità motorie. Sagomare un foglio di cartoncino con le forbici, indirizzare il tratto di un pennello, disegnare con un pennarello o strizzare un tubetto di colla in modo “controllato” sono tutte attività che aiutano il bambino a migliorare la propria manualità e la padronanza fisica sugli oggetti;

accresce l’autostima del bambino, il quale si rende conto di riuscire a coordinare e controllare i propri movimenti;

favorisce una prima forma di coordinazione occhio-mano, diventando una “palestra” in cui i bambini fanno pratica in vista dei momenti vissuti di vita familiare e sociale. In conclusione, si può affermare che, sebbene talvolta sotto forma di gioco, le arti svolgono un ruolo insostituibile nel trasmettere al bambino quelle competenze che gli saranno utili nell’affrontare più preparato la vita e nel contribuire, con la propria personalità, a costruire una società civile migliore.

Arte e creatività sono concetti che non devono essere ristretti al “diventare un artista”, ma piuttosto devono agevolare l’individuo nella “creazione”, nel senso più ampio del termine, nella capacità di risolvere problemi in maniera sempre diversa e innovativa, contribuendo così a plasmare una società ed un genere umano sempre migliori. Per questo è fondamentale lasciare che i bambini esplorino il proprio talento artistico e creativo e sarebbe auspicabile che i programmi scolastici riservassero un ruolo significativo all’insegnamento e alla pratica delle discipline artistiche.

 

 

La mente dei tre anni dura per cento anni

 

Proverbio giapponese

 

Conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita vuol dire conservare la curiosità di conoscere il piacere di capire la voglia di comunicare

Bruno Munari

 

Bibliografia

J. Dewey, Art as experience (1934).

Bateson, G. Verso un’ecologia della mente (1977)

E. Erikson, Childhood and society (1950)

Marucci L., Viaggi nell’arte. Creativa Mente Incontro con Bruno Munari, 1986

Associazione Bruno Munari (vedi www.brunomunari.it)

www.tafterjournal.it/2013/02/04/arte-e-infanzia-limportanza-dellarte-nello-sviluppo-del-bambino.pdf

 

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