Quando andiamo in pediatria alla Scuola in Ospedale, sia che stiamo in stanza con le maestre, sia che andiamo nelle camerette incontriamo bambini che presentano tantissime sfumature emotive a seconda dell'età, della gravità del disturbo, dal tipo di degenza (ricovero, giornaliero, controllo), dalla presenza di genitori o altre figure.
Ci sono i giorni in cui visitano per interventi di otorino, altri in cui interviene l'ortopedico, in altri i bambini con tumori, e così via.
In tutti i casi lo sguardo dei bambini è sempre quello che si illumina quando è rassicurato e avvolto nell'abbraccio del calore degli affetti e di ciò che lo riconduce alla serenità: lì tutto è possibile.
Ricordo una bambina che svegliata dall'anestesia aveva avuto una reazione violenta di pianto: non si calmava in nessun modo, il papà allora decise che per distrarla avrebbe preso i colori per farla disegnare.
Qualcuno dirà "I colori, ma se si è appena svegliata!".
Il papà sicuro gli passò i colori, la sua grande passione. Con un foglio davanti e un generoso numero di matite la piccola iniziò a far scivolare la stessa sul foglio fino a creare delle immagini di campi fioriti. Nel suo viso dalla tensione prese posto il segno della distensione fino alla comparsa di radiosi sorrisi.
Quando andiamo nelle camere grande è il bisogno di amore e di accudimento.
Ho in mente i loro sguardi, dal piccolino al più grande che appena accenna ad un sorriso si illumina alleggerendo il volto dal peso, la paura o il dolore per quello che stà vivendo: un'iniezione, un prelievo, l'attesa stessa. In quei momenti la calma infusa dall'adulto deve essere massima, accompagnata da un sorriso, uno sguardo amorevole, gesti gentili.
Sguardi da incrociare per instillare forza, decisione ed energia. Quando il bambino lo sente ti accoglie e ricambia. Come Marco a cui dedicai la storia "Attraverso gli occhi di Marco", nonostante la distrofia di Duchenne che lo aveva accartocciato su se stesso, viveva principalmente allettato e attaccato al respiratore. Ma i suoi occhi brillavano ancora quando tu gli parlavi e ti facevi sentire con il cuore.
Marco però non voleva parole, ragionamenti, pensieri: in quei momenti si arrabbiava e si lamentava con forti gemiti. Ma quando lo accarezzavi in testa e lo coccolavi con lo sguardo i lamenti cessavano e iniziava il dialogo delle anime. Marco non poteva più parlare se non attraverso i suoi occhi.
Sentire e accogliere questi gli ingredienti per far star bene.
Dopo una mattinata in allegria tra una battuta e una risata mercoledi 28 Novenbre a visto ispirare un'altra storia inventata.
Ascoltando il cuore abbiamo parlato d'amore
Riso rosso Riso blu scegli il colore che vuoi tu
Rosso, Giallo, Verde, Blu ogni colore che vuoi tu!
Tutti insieme allegramente, tra risate e barzellette, abbiamo fatto un gran caciare alla Scuola in Ospedale.
Tra alberelli e pupazzoni
renne strenne e maccheroni
abbiamo creato degli alberoni!
Gialli verdi bianchi e blu
con anche i fagioli e molto di più!
Stelle comete dove andrete
sulla parete e su ogni abete
Nuvole e fiocchi
pupazzi e maritozzi
sembra di stare
al Paese dei Balocchi
Vuoi sulle porte
vuoi sugli alberelli
insieme ai panettoni sono proprio belli.
Ma ecco Bagigio che ligio ligio ci regala un suo prodigio!
Dall'alto della sua statura vedeva cose luccicose che per lui erano priprio curiose.
"Ma che meraviglia di sfumature, mi fan venire in mente le mie magiche avventure, giallo verde rosso e blu, vieni a sorridere anche tu!" pensava tra sè Bagigio guardando le maestre intente a preparare.
Bagigio entusiasta di così tanti colori chiese come avevano fatto a fare i chicchi di riso multicolori. Lui che è un gran mangione conosceva bene il riso rosso e il riso nero, ma quello arancione brillante come il mattone proprio no!
La maestra Antonella sorridente e bellamente svelò il mistero!
"Ho preso la carta crespa, ne ho tagliato un pezzo e l'ho messo in acqua. Dopo un pò l'acqua è diventa del colore della carta e a quel punto ho versato il riso bianco lasciandolo immerso.
Passa un minuto e Patapin Patapam il riso colorato eccolo che è arrivato!"
"Che FORZAAAA!" replicò Bagigio con gli occchi spalancati e un sorriso bellissimo e coinvolgente.
Tutti insieme allegramente iniziarono a lavorare: passami la colla,
passami la forbice,
passami il riso indaco
passami lo sgabello che mi siedo anche io,
passami l'acqua che ho sete, magari anche un biscottino!
"Il lavoro mette fame e si sà che i bambini devono crescere!" pensava Bagigio mentre sgranocchiava un gustoso biscotto di riso, giusto per essere in tema con il laboratorio della giornata.
I bambini si divertirono un mondo. Così tanto che Fabio guardando Bagigio sussurrò "certo che è una scuola speciale questa. Fai tante cose e ti diverti pure!"
I bambini in attesa dell'intervento che avrebbero fatto nel pomeriggio avevano trascorso una mattinata in allegria dove avevano imparato tante cose sul riso!
Ma lo sapere che esistono delle leggende?
Noi si grazie alla Maestra Antonella!
Sul finire della mattinata tra una battuta e una risata
ecco udire una ballata
dai giovani inventori all'occorrenza creata
che cantata e animata fa sorridere con una grassa risata
Ascoltaci anche tu e ricorda di ridere con il naso all'insù
"Stamattina in Ospedale
alla scuola particolare
c'era proprio un gran da fare
con tanto riso colorato
abbiamo giocato
e abbiamo creato
rosso verde arancione
abbiamo fatto un pupazzone
indaco giallo e rosa
e una stella luccicosa
con la pasta ed i legumi
abbiamo fatto dei Cianciumi
Vuoi sapere che cos'è?
Allora vieni a farlo anche te!"
Fabio Andrea Carlo Iacopo Gregorio Vittoria