Il carciofo è un antico ortaggio tipico dell’area Mediterranea. Le sue proprietà medicinali sono conosciute e apprezzate fin dai tempi dell’antica Grecia e dagli Egizi. Da questi ultimi era considerato un “tonico amaro” che dava forza ed energia al fegato. Sia Ippocrate che Galeno, cultori dello stare bene, vedevano di buon occhio il carciofo, tanto che Galeno prescriveva il decotto della radice nel vino per disintossicare l’organismo dalle impurità.
Un'altra cultura che da sempre ne apprezza le virtù è quella araba. La medicina araba considera il carciofo il più bel regalo di primavera tanto da utilizzarlo non solo in cucina ma anche come medicamento.
Tra le proprietà curative al carciofo si riconosce una importante funzione ipoglicemizzante, aperitiva, tonica, digestiva, diuretica.
Tra gli eccipienti: di grande valore il sodio, potassio, calcio, fosforo, ferro, vitamine (A, B1, B2, C, PP), acido malico, acido citrico, tannini e zuccheri consentiti anche ai diabetici.
Il carciofo dunque svolge quattro importantissime funzioni:
stimola la produzione ed il flusso della bile, agevolando così la digestione dei grassi;
abbassa il livello di colesterolo, aiutando a prevenire i disturbi cardiovascolari;
stimola la funzionalità renale, agevolando lo smaltimento delle tossine attraverso la diuresi;
recenti studi evidenziano che è un buon coadiuvante nel trattamento delle iperglicemie.
Il carciofo durante il mese di marzo agisce positivamente sul sistema linfatico, perché stimola ed attiva il metabolismo nello smaltimento delle tossine.
Per ottenere tutti i benefici del carciofo l'ideale è consumarlo fresco, almeno quando è di stagione. Sono sconsigliati i carciofi sott'olio o fritti perché perdono tutte le virtù curative.
Secondo la tradizione popolare, di grande virtù è l’acqua ricavata dalla cottura del carciofo. L'acqua è molto utile per combattere i sintomi tipici del cambiamento di stagione, dall'inverno alla primavera: inserita nella dieta un paio di volte alla settimana, combatte efficacemente i disturbi "metereopatici". La stessa acqua, assunta a digiuno o usata nelle minestre, è un toccasana per depurare il fegato, i reni e la linfa, ed è utile per chi soffre di diabete. Frizionata sulla muscolatura delle gambe, serve a disintossicare le fibre muscolari.
Raccomandazione: bollire non solo il carciofo, ma anche foglie e fusto.
Diversi studi hanno dimostrato e sottolineato gli effetti positivi legati al consumo di carciofo, in particolare alla cinarina, il principio attivo contenuto nelle foglie e nel succo della pianta. Il primo è quello antidispeptico; un altro è la capacità di ridurre la lipemia: la quantità totale e la frazione LDL del colesterolo e i trigliceridi. Sembra che la cinarina sia capace di attivare alcuni acidi capaci di stimolare a livello epatico la promozione della circolazione sanguigna, la mobilizzazione di energie di riserva, l'aumento degli epatociti, l'aumento del RNA contenuto nelle cellule epatiche, e l'attivazione della mitosi cellulare. Questo agevolerebbe fino a migliorare la combustione di alimenti grassi e tossici
Barbara CAMILLI