L’EMEA, l’ente di controllo sanitario U.E., ha autorizzato la somministrazione di Fluoxetina (nome commerciale Prozac) anche ai minori ed ai bambini di almeno 8 anni di età. Luca Poma - Portavoce Nazionale di Giù le Mani dai Bambini  - la Campagna nazionale per la difesa del diritto alla salute dei bambini, (vedi il portale www.giulemanidaibambini.org) – dichiara: “pochi sanno che l’iniziativa non è delle autorità sanitarie pubbliche, ma della Ely Lilly Co., il produttore del farmaco, che ha avanzato richiesta in tal senso ed ha attivato i propri potenti mezzi di lobby.

In effetti ottenere l’autorizzazione alla somministrazione per fasce d’età così basse significa aumentare significativamente il loro giro d’affari. Non vogliamo demonizzare il farmaco, ma duole constatare che la tutela della salute dei bambini sia subordinata ad interessi meramente commerciali.

In Italia attualmente tra i 30 e i 50mila bambini assumono psicofarmaci, alcuni dei quali sono stati vietati in America, in quanto inducono al suicidio. Nel nostro stato le norme vigenti danno la possibilità di prescrivere antidepressivi ai bambini al di sotto degli otto anni e dopo appena poche sedute (quattro) di psicoterapia. Questo vuol dire che tra qualche anno il numero dei bambini che assumerà psicofarmaci passerà a oltre settecentomila.”

Se ci pensate la cosa è agghiacciante! Oltre ad essere inquinata la salute del bambino, gli viene tolto il diritto a stare bene secondo i suoi ritmi e i suoi bisogni. Bisogni che, soprattutto attraverso il disagio emotivo, chiedono ascolto!

Spesso i genitori non sono informati in maniera esaustiva sulle terapie alternative a quella farmacologia. Dalla Pet Therapy, alla psicomotricità, all’uso della fiaba…..ce ne sono tante.

Chi ha la gastrite, per fare un esempio, ricorre sicuramente al farmaco per lenire il dolore e per contrastare l’insorgere della crisi, ma se la persona accanto all’intervento farmacologico non corregge alcune abitudini alimentari e di vita a nulla serve la pastiglia: la crisi continuerà ad insorgere.

È utopistico e offensivo, per la dignità di un bambino, pensare che il solo farmaco risolve il problema. Se quattro sedute dall’analista psicologo o dallo psicoterapeuta non sono servite (visto che questo è il numero minimo di sedute da fare prima di prescrivere uno psicofarmaco), gli adulti si dovrebbero domandare se qualcosa non ha funzionato: al bambino il professionista piaceva? Si sentiva a suo agio con lui/lei? Oppure ha vissuto l’esperienza come una imposizione? E poi, il professionista era preparato/qualificato? La famiglia ha collaborato durante le sedute o si sono creati dei fronti ostili? La famiglia si è sentita partecipe del lavoro con il bambino o si sono sentiti emarginati/squalificati/svalutati? Insomma, qualcosa intorno al bambino era cambiato o gli adulti si aspettavano che facesse tutto da solo!

Quando un bambino sta male c’è sempre un motivo! Chi gli sta intorno dovrebbe imparare ad ascoltarlo con il cuore e non con la testa. Gli adulti di riferimento dovrebbero quindi imparare a sintonizzarsi con lui, e se è il caso mettersi anche in discussione come persona (non tanto come genitore), questo affinché si possa essere agenti di cura e di cambiamento per il proprio figlio/a.

Tornando alla discussione sugli psicofarmaci, il Prozac è stato al centro di roventi polemiche negli Stati Uniti, per i suoi 907 (novecentosette) effetti collaterali e per essere stato posto in relazione con numerosi casi di suicidio del paziente, ed atteggiamenti violenti, inclusi i noti episodi di cronaca quali le stragi scolastiche ad opera di adolescenti che abusarono del prodotto. Nella nota dell’EMEA si legge anche un’avvertenza circa la possibile induzione al suicidio dei bambini in terapia con il Prozac, pericolo questo che l’EMEA ritiene di porre sotto controllo banalmente invitando i genitori “a vigilare con attenzione nelle prime settimane di terapia”.
“È davvero gravissimo perdere così di vista il principio di responsabilità – ha dichiarato Paolo Roberti, dirigente di psichiatria a Bologna e membro del Comitato Scientifico di Giù le Mani dai Bambini – è un pessimo modo di festeggiare il 150° anniversario della nascita di Sigmund Freud. Ma non siamo stupiti, dal momento che ormai su scala mondiale, il 95% delle ricerche sono finanziate delle industrie farmaceutiche e non dallo Stato”. Il Comitato Giù le Mani dai Bambini®, ritenendo del tutto insufficiente la misura precauzionale suggerita dall’EMEA della maggiore vigilanza da parte dei genitori, auspica immediate misure restrittive da parte delle autorità di controllo nazionali, per evitare l’utilizzo indiscriminato di questa delicata molecola sui bambini italiani.

Inoltre bisogna ricordare che “una famiglia veramente informata è il primo ostacolo reale contro ogni forma di abuso sull’infanzia”.


22 marzo 2007

Barbara CAMILLI

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