Sono già trascorsi due mesi da quando ha iniziato l'asilo nido, ma non si è ancora inserito.

a cura di: Dott.ssa Barbara Camilli (psicologa)

Sono molto preocupata per mio figlio (18 mesi) nonostante siano trascorsi quasi due mesi da quando va al asilo, (tre ore dalle 9:00 alle 12:00): ancora non riesco ad inserirlo e niente è cambiato dal primo giorno. Continua a piangere tutti i giorni, vomita tutto quello che mangia. Ultimamente non fa piu colazione come prima, ma si prende un goccino di latte giusto per bagnarsi la bocca, e vomita anche quello quando comincia a piangere. Non riesco a capire perchè. Non so come mi devo comportare! Non portarlo più? Io insisto che deve stare in compagnia degli altri, ma non so se continuare cosi. Ho l'impressione che habbia paura e quando arrivo non vuole neanche guardare le maestre, non vuol scendere dalle mie braccia. Poi ovunque vado con lui, ha paura, non vuole stare con nessuno, con la gente più cara con cui stava prima di andare al nido, con nessuno, non vuole scendere dalle mie braccia e questo mi preocupa molto. Aiutatemi voi, datemi dei consigli.
 


Cara lettrice, avverto una grande preoccupazione nel suo tono, ed è comprensibile. I piccolini sono molto sensoriali. Loro hanno una forma di intelligenza definita appunto senso-motoria: questo significa che il mondo intorno a loro é conosciuto attraverso il corpo e le sensazioni che questo riceve.

Noi siamo dotati di cinque sensi (vista, tatto, olfatto, gusto, udito) e i piccoli conoscono il mondo esclusivamente attraverso questi canali.L'incoraggiamento della mamma in ciò è fondamentale: il suo sorriso, le parole di incoraggiamento sono un valido supporto per il bambino, che si sente stimolato nella sua personale evoluzione e crescita. Ecco che, più si sentono sicuri di sé, più saranno interessati ad esplorare il mondo.
Da quello che racconta e descrive direi che il suo piccolino non si sente ancora sicuro di perlustrare il mondo attorno a lui in solitaria, senza la mamma (fonte di certezza e sicurezza). I motivi possono essere vari, degno di nota una situazione di spavento o di profonda insicurezza fisica che può aver sperimentato da solo, in sua assenza, e che non ha assolutamente gradito, tanto da reagire manifestando il suo rifiuto come sta facendo.
 
I bambini, non ancora dotati di un codice linguistico, utilizzano il corpo per comunicare. Sarebbe utile non forzarlo, inducendo così una reazione di adattamento forzato.
 
In questi casi è utile uno stop and go (fermarsi per poi riprovare) che permetta al piccolo di elaborare e riappropriarsi della fiducia di base, nella presenza emotiva della mamma e nel suo riuscire ad affrontare il mondo anche quando la mamma non “c'è”!
 
Sospendere momentaneamente il nido nell'ottica di rassicurare il piccolo, per poi riprendere aiuta il bambino a maturare il suo ingresso nel sociale, ma questo aiuta anche la mamma nel suo conoscere i tempi e i ritmi del proprio figlio, elaborando insieme la dinamica del distacco vissuta male dal piccolo.
 
I bambini è vero che devono socializzare ma devono essere emotivamente pronti per accogliere il mondo che c'è fuori dalla diade lui mamma. Indurlo a rimanere laddove non vuole stare rischia di minare la sicurezza in sé stesso e la sua innata capacità di gestire le relazioni.

 

articolo pubblicato nella sezione
IL PEDIATRA RISPONDE

sul sito MAMMA E PAPA'

http://www.mammaepapa.it/psicologia/p.asp?nfile=asilo_nido
 


 

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