ET VOILA’!|
CASPITA MA GIRARSI E’ DAVVERO DIFFICILE
Intorno ai due e sette mesi il piccolo inizia a dondolarsi su se stesso: ad esempio congiunge le gambe e rotola su un fianco. Per il bambino questo cambio di posizione è divertentissima. Lo è perché fanno tutto da soli.
Per loro imparare ad arrangiarsi e a vedere il mondo da altre prospettive è un esperienza elettrizzante. Può capitare che a furia di roteare compia dei giri a 180° sulla culla: e così al posto dei piedi nella culla troviamo la testa!!
Se dondolarsi è divertente roteare da solo è un esperienza unica. In genere questa scoperta avviene del tutto per caso e giocando.
Cosa succede? A volte capita che sollevando la testa da sdraiato, magari per vedere o afferrare qualcosa sposta il baricentro all’indietro e cade verso la schiena, di conseguenza può roteare trovandosi a pancia in giù e non più in su. Inizialmente può spaventarsi ma gli ci vuole poco per capire cosa è successo.
I suoi sforzi per girarsi da prono a supino sembrano titanici a guardarlo: per farcela deve innanzitutto dare una spinta di reni mentre inarca il collo all’indietro, dopodichè deve portare il braccio e le gambe sotto il corpo spingendosi nella posizione desiderata. Alla fine dell’operazione il bambino è tra il contento e lo stanco, certo è che se raggiunge quello che voleva vedere è tutto un sorriso a gengiva larga!
Che fare?
L’adulto può incoraggiare il piccolo che inizia a rotearsi aiutandolo con estrema dolcezza. Non solo incoraggiandolo con e incitandolo il bambino si divertirà a fare tutto da solo. Alla fine di questo gioco il piccolo impara a conquistare l’autonomia oltre che rafforzare i muscoli.
Precauzioni?
Quando il bambino inizia a rotolarsi da solo sono in arrivo i pericoli: bisogna prestare molta attenzione quando lo si stende sul fasciatoio allontanando tutti gli oggetti di piccole dimensioni che può afferrare. Bisogna stare attenti perché la rapidità dei bambini è imprevedibile e inimmaginabile.
CIURBIA CHE FATICA STARE DRITTO!!
Ci vogliono sei mesi prima che il bambino impara a stare seduto da solo e per di più dritto.
Sembra facile ma non lo è per niente quando non hai il pieno controllo di tutta la muscolatura intorno alla colonna vertebrale e del bacino.
Quando la mamma lo tiene in braccio cambiando la visuale di cui gode dalla carrozzina per lui è una cosa grandiosa! Il senso innato ad apprendere induce il bambino stimolato a desiderare di fare le sue scalate. Ecco che, non appena riesce a tenere la testa dritta, al neonato piace passare del tempo seduto a guardare, basta che tutto intorno sia supportato da cose e/oggetti che lo sostengono, come i cuscini.
Nonostante sia sorretto dai cuscini, non avendo ancora un buon controllo motorio basta poco per…..”spalmarsi per terra o sul tappeto”.
Ma i bambini non solo sono flessibili ma estremamente agili. Quando cadono, magari nel tentativo di sollevarsi, è possibile che si ritrovano con il busto piegato in due e con la testa fra le gambe. Da vero acrobata circense!
Verso i cinque mesi ha ancora bisogno di sostegno da ambo i lati per stare seduto bene. Nonostante ciò lo si può notare concentrato nello sforzo di trovare il proprio baricentro. È possibile che riesca a sostenersi da solo, ma per pochi secondi o frazione di secondi: la fascia muscolare della schiena non è ancora ben rafforzata. Basta poco però! Nell’arco di poche settimane riuscirà a stare seduto da solo!!spesso conquista la posizione seduta nel tentativo di sollevare la testa quando è sdraiato o nel tendere le braccia a mamma e papà.
Adesso il bambino impara a risolvere i propri tasselli:
1) trovare da solo il proprio baricentro e mantenerlo per diverso tempo. Tipica è la posizione del loto: le ginocchia divaricate, i talloni uniti e il busto un po’ inclinato in avanti.
2) mantenendosi in questa posizione il campo visuale si allarga. Adesso può ruotare il capo e il tronco da una parte all’altra ampliando ulteriormente il campo visivo oltre i 180°.
Al traguardo raggiunto però, basta poco che oooplà….un ruzzolone. È sufficiente allungarsi in avanti un centimetro di troppo per ritrovarsi spalmato per terra.
Ma tranquilli, l’insaziabile voglia di sapere spinge i bambini oltre ogni limite inimmaginabile. Non basta una ruzzolata a fermarlo!
Barbara CAMILLI