MA SE ALLUNGO LE MANI AFFERRO LE COSE!!!
Per buona parte del tempo nelle prime settimane dopo la nascita il neonato lo si può vedere tutto intento ad agitare le mani e le braccia. Questo genere di movimenti sono dettati dai riflessi incondizionati finalizzati a irrobustire i muscoli.
A tre mesi inizia a muovere le braccia, anche se le mani le tiene chiuse a pugno, con l’intenzione di afferrare un oggetto che lo interessa.
Intorno ai quattro mesi le mani da chiuse e poco articolate diventano lo strumento del piccolo per afferrare le cose. Con uno sforzo e una concentrazione immane il piccolo inizia intenzionalmente ad aprire le mani chiuse a pugno per prendere le cose.
Nell'osservarlo lo si può vedere concentratissimo.
Ed infatti così è, anche perché l’operazione di afferrare sembra semplice ma non lo è: quando afferriamo qualcosa il cervello riceve delle informazioni in merito, dopodiché interpreta e trasforma il messaggio in un'azione del braccio, che afferra la cosa.
Come per l’adulto anche il cervello del bambino funziona così, la differenza stà nel grado di maturazione e sviluppo. Al neonato infatti mancano ancora dei collegamenti tra le diverse aree del cervello ed è per questo che non riesce a elaborare velocemente i dati che gli arrivano.
Nel maturare a livello cognitivo le azioni che a noi sembrano insignificanti per il neonato non lo sono. Per lui imparare a regolare la propria mira significa evitare errori futuri.
Ecco che al sesto mese non solo riuscirà ad afferrare gli oggetti, ma prenderà anche quelli in movimento. Questa cosa implica una capacità in più: riuscire a fare delle previsioni e valutare in che punto deve spostare il suo braccio calcolando velocità e direzione dell’oggetto.
Giorno dopo giorno e divertendosi il bambino impara quante cose possono fare le sue braccia
MOLTO DIVERTENTE MUOVERE LA MANO…….MAH!!! MA PERCHE’ CON IL CHICCO DI RISO E’ DIFFICILE
Al controllo delle braccia segue per gradi la capacità di articolare i movimenti della mano. Questa capacità avverrà per gradi perché implica una destrezza maggiore ci vorranno 12 per comandarle a dovere e non meno di 24 prima di imparare ad abbottonarsi i vestiti.
Che eroe!!
Il neonato non è capace di articolare le dita autonomamente, usando il pollice ad esempio per stringere l’oggetto.
All’inizi i suoi esercizi sono mirati ad imparare ad afferrare e a trattenere bene gli oggetti tra le mani. Ad esempio a quattro mesi se deve prendere un giochino, si rivolge verso questi stendendo tutte le dita delle mani (il pollice è parallelo alle altre dita) incurvando tutte le dita quando è in prossimità dell’oggetto. Nonostante sia un movimento goffo e poco preciso il neonato nel suo provare e riprovare finirà per riuscire nel suo intento: afferrare il giochino!
Al quinto meglio affina le sue capacità prensili, per cui usa il pollice e le altre quattro dita in maniera distinta. Questo modo di manipolare lo ritroviamo anche negli scimpanzè, ma il bambino a differenza fa un passaggio in più: verso il nono mese si può osservare il bambino con un cipiglio indagatore osservare meticolosamente oggetti di piccole dimensioni, come briciole, piccole pastine…Il bambino fa una scoperta eccezionale: la “presa a tenaglia”. Il bambino impara che unendo il pollice e l’indice riesce a raccogliere l’agognato pisello sfuggito al passaverdura sul piatto, oppure il chicco di riso uscito dal bordo del piatto…!
Oltre a essere una cosa davvero entusiasmante per il bambino, questa scoperta è un passaggi evolutivo che caratterizza la nostra specie umana.
Stimolalo!
Si possono fare tanti giochi con i piccoli in questo periodo, ad esempio permettigli di toccare un po’ il cibo magari depositato su un altro piatto. Il bambino può imparare a portarsi del cibo alla bocca oppure travasarlo su un altro piattino messo a sua disposizione
Un altro gioco può essere invitarlo a sfogliare le pagine dei libri di favole per lui, o anche semplicemente un deplian della mamma o il libro del papà.
È bene però fare sempre attenzione a che cosa ha i mano il piccolo per evitare che ingerisca pericolosi oggetti piccoli
ALLA CONQUISTA DEL….CUCCHIAIO!!
Ogni bambino ha in se l’istinto all’indipendenza e all’autonomia soprattutto nel fare le cose. Gli sforzi nel fare questo lo si può notare in ogni cosa. Ad esempio il mangiare:con il cucchiaino il bambino si impratichisce utilizzandolo come se fosse un prolungamento del suo corpo. Adora maneggiare le cose, buttarle a terra per poi riprenderle e ributtarle a terra. In quei momenti sembra un vero e proprio “scienziato pasticcione”.
A sette mesi è un maestro nell’arte prensile! In questo periodo è in grado di tenere stretto tra le mani un cucchiaio portando alla bocca tutto quello che gli viene a tiro. Questa abilità davanti a un succulento piatto di pappa è l’apoteosi. In quei momenti si può ammirare negli occhi del bambino il piacere, non tanto per la pappa, quanto per l’idea di impossessarsi della pappa. Ci vuole grande capacità per portare un cucchiaio alla bocca: primo deve dirigere il cucchiaio al centro del piatto, secondo lo deve riempire, terzo deve portarlo alla bocca senza rovesciarlo a terra. Quarto deve aprire la bocca e versarvi il lauto pasto.
La conquista del cucchiaio è un passo importante nella storia di un bambino. Inizialmente si diverte a sbattere il cucchiaio dentro e fuori il piatto magari facendo volare qua e là la pappa. A volte poi mima i genitori imboccandoli a sua volta.
Va sottolineato un fatto: per il bambino ogni cosa è un gioco. Il gioco per lui non è come lo intende l’adulto. Per lui giocare è come lavorare, ecco che se riceve la gratifica dai genitori nel suo giocare a imboccarli ad esempio, sarà stimolato a mangiare e a conquistare il senso all’autonomia anche in questa abilità.
Se il bambino che ha imparato a mangiare da solo ogni tanto desidera farsi imboccare, è normale. Lasciarsi coccolare e con questo riposarsi, è estremamente gradevole per un bambino.
La conquista del cucchiaio inoltre, gli permette di articolare i suoi movimenti in maniera più precisa e raffinata, estendendo questa abilità ad ogni cosa.
Intorno ai 12 mesi o prima può utilizzare il sonaglio per avvicinare un oggetto che desidera, oppure comincia a schiacciare pulsanti o girare manopole e chiavi. State attenti dunque, se avete le credenze piene di piatti. Se lasciate la chiave incustodita troverete delle “belle” sorprese.
Barbara CAMILLI