L’aromaterapia è un antichissimo intervento terapeutico, risalente a circa seimila anni fa. Da sempre le diverse civiltà le hanno utilizzate.
Nelle Grotte di Lascaux in Dordogne (Francia) sono presenti le più antiche raffigurazioni di erbe officinali e pare che risalgano al 18.000 a.c.. Andando avanti nella storia sia nel Periodo Neolitico (7000-4000 a.c.) sia nell’Antica Mesopotamia ci sono tracce di produzione e utilizzo degli oli vegetali, in particolare quest’ultima civiltà ha lasciato a testimonianza di ciò tavolette incise dai Sumeri su diagnosi e prescrizioni medicali.
Nella civiltà Egizia i sacerdoti tra tutti i popoli sono stati quelli che per primi intuirono l’importanza terapeutica degli oli essenziali mettendo a punto raffinate tecniche di distillazione e di preparazione degli oli. Il loro utilizzo all’inizio poiché erano ritenuti sacri venivano riservati agli Dei, ai faraoni, alle classi sociali elevate, durante le cerimonie di imbalsamazione o per la cura delle malattie. Più avanti con il diffondersi del loro utilizzo la sacralità che ruotava attorno a loro venne meno, di conseguenza tutti li potevano usare, nella cosmetica, per massaggi e come medicamento.
Si dice che Cleopatra, l’ultima regina egiziana, abbia ammaliato Cesare e Marco Antonio grazie al profumi di cui era avvolta. La cosmetica poi ne aveva risaltato la bellezza e la sua capacità di seduzione. In questa cultura i profumi sono considerati dei potenti afrodisiaci che possono far nascere ma anche rinascere in un'altra vita, per questo venivano offerti ai morti al momento della tumulazione. Nell’antico Egitto c’era un vero e proprio culto dello stare bene, sia da vivi che da defunti. Lo studioso egiziano Schawaller de Lubicz durante le sue ricerche e studi ha fatto una scoperta molto interessante: nel tempio di Luxor nella stanza utilizzata per l’unzione del faraone è stato ricreato architettonicamente il sistema olfattivo.
Da questa cultura gli Ebrei durante il loro esodo (1240 a.c.) hanno appreso molto divenendo loro stessi abili profumieri. Nell’Antica Palestina molte sono le testimonianze che raccontano l’impiego di erbe ed oli essenziali, ricordiamo in particolare che nella Bibbia (Libro dell’Esodo) nel comunicare con Mosè, Dio fa riferimento ad una formula precisa: “..due Magi offriranno al Bimbo incenso e mirra” veri e propri tesori dell’Oriente in quel periodo. A seguire poi le testimonianze scritte su Gesù che era solito servirsene in modo particolare per guarire. “Su alcuni imponeva le mani, ed essi guarivano; ad altri pronunciava la Parola, ed essi venivano risanati; altri invece dovevano immergersi in certe pozze ed altri ancora li ungeva con olio sacro ( Il Vangelo Acquariano 74,3).
Come loro anche i Greci impararono molto dagli Egizi e questo per via dei fitti scambi culturali e commerciali che intercorrevano tra i due.
I Greci come gli Egizi ritenevano che l’origine dei rimedi essenziali fosse opera del divino: in particolare per i greci il culto della profumazione derivava da una ninfa di Venere chiamata Aeone.
In questa cultura nasce il primo “Trattato sugli odori” ad opera di Tirtamo, chiamato anche Teofrasto (divino parlatore) da Aristotele. Questi viene considerato come il più grande botanico della storia passata (370 a.c.). Secondo Tirtamo il profumo dei fiori è racchiuso nei petali ed è liberato dal sole, l’aroma delle radici è sciolto dal calore del corpo umano, mentre quello dell’incenso dal fuoco.
In questo periodo storico si vive il culto dell’armonia tra mente, corpo e spirito. In particolare fu Ippocrate a sostenerlo, come lui anche Pitagora e tanti altri studiosi. Ecco che i prodotti della natura rendevano possibile questo armonizzarsi della persona, in quanto essa stessa risultato della natura.
In questo periodo le erbe erano usate per ogni cosa, in cucina, nei medicamenti, per l’estetica fino alla cura di ogni genere di disturbo: fisico, sociale e psichico.
Eredi della cultura Greca furono i romani che nella Roma Imperiale esaltarono il culto del benessere attraverso la diffusione e frequentazione delle Terme. In questo luogo attraverso l’ausilio degli oli essenziali si celebrava il culto della cura di sé, questo però solo ad uso e consumo delle caste nobili. Petronio nel Satyricom (60d.c.) racconta che i banchetti per le profumazioni che aleggiavano diventavano l’occasione per delle “orge olfattive”: in occasione della Domus Aurea di Nerone si dice che dal soffitto d’avorio traforato venivano fatti cadere sugli ospiti petali di rosa imbevuti di essenze preziose questo per aumentare la convivialità tra gli di loro.
Nelle epoche storiche successive grazie alla scoperta del processo di distillazione per mano del medico arabo Avicenne, l’arte della profumazione ha espanso notevolmente le sue conoscenze e applicazioni. Si devono a lui gli studi tra le correlazioni vibratorie degli oli e degli incensi con gli altri piani cosmici.
Giunti nel periodo del Medio Evo a causa dell’atteggiamento discriminatorio verso tutti coloro che utilizzavano i rimedi erboristici viene abbandonata una certa cura di sé, in particolare il massaggio, i bagni, utilizzando in maniera smodata la profumazione solamente per sopperire alla mancanza di igiene molto diffusa in quel periodo.
In questo periodo definito dagli storici di “oscurantismo” la religione cristiana-cattolica era contro l’uso personale dei profumi perché ritenuta una pratica pagana che induceva all’esaltazione del corpo, della vanità e della sessualità. In quel periodo dato che le malattie mietevano numerose vittime, i profumieri dovettero lavorare assiduamente per ri-cercare tutte quelle spezie dal potente effetto battericida e disinfettante. In quell’epoca i medici e i nobili che camminavano in mezzo alla folla dovevano indossare delle potenti pozioni a base di spezie (come chiodi di garofano, cannella e altro) per potersi immunizzare dalle pericolose malattie endemiche come peste e colera. Per contro il popolo si doveva accontentava degli odori emanati dai falò delle piante aromatiche accesi in vari angoli della città, sempre a scopo battericida.
Fu grazie ai Crociati che si riportò il senso del piacere nella profumazione, anche se il Cattolicesimo si era opposto in ogni modo.
Ricercatori e medici in periodo rinascimentale riportarono agli onori le scoperte dell’età romana, non dimenticando il contributo delle piante e degli oli essenziali nella cura dei vari disagi fisici, psichici e corporei.
Con il diciottesimo secolo a seguire le culture scientifiche faticarono a convivere con le pratiche erboristiche tanto che la chimica ben presto ne sostituì l’utilizzo: i farmaci di sintesi più veloci ed efficienti di un essenza, olio, massaggio…sostituirono quasi completamente i rimedi di origine vegetale e minerale interrompendo una tradizione millenaria.
Si entra in un periodo storico dove corpo, anima e mente non sono vissuti come realtà integrate ma come compartimenti stagni da sezionare, studiare e osservare.
Grazie a Renè Maurice Gattefossè e al dottor Valnet nel ventesimo secolo si recuperò l’interesse per le essenze vegetali. Gattefossè attraverso le sue ricerche ha messo a disposizione di tutti le scoperte e le ricerche circa l’azione degli oli essenziali, mentre Valnet ispirandosi al lavoro di Gattefossè durante la II Guerra Mondiale curò i feriti attraverso preparati di origine vegetale con particolare attenzione agli oli essenziali per le loro proprietà antisettiche, antibiotiche, cicatrizzanti e tonificanti. Questa esperienza lo ha portato a pubblicare nel 1964 il libro “Aromathèrapie” testo classico sull’aromaterapia.
A seguire Madame Margherite Maury allieva di Valnet ha contribuito a sviluppare e ampliare la moderna visione dell’aromaterapia tanto da ricevere nel 1962 a riconoscimento del suo lavoro il Prix Internazional d’Estetiche et Cosmetologia. Dallo studio degli antichi (egizi, cinesi e indiani) e a sostegno della visione olistica della vita Madame Margherite Maury nei suoi testi sostiene la necessità di fare delle formulazioni personalizzate per arrivare a riequilibrare gli aspetti fisici, mentali e spirituali.
Barbara Camilli