Il nome MELISSA ha un origine antica indoeuropea, deriva da ''Mèli'' (miele).
Accanto alla parola Melissa la definizione dice: “Pianta ramosa, dai bianchi fiori, graditissima alle api, che ne estraggono il dolce succo, detta anche Cedronella e Timonella.
In passato Dioscoride la chiamò Melifillo, perché le sue foglie spandono un odore aromatico di miele” (Dizionario Etimologico della Lingua Italiana)
«Fu dapprima introdotta in medicina come rimedio moralmente esilarante e confortatore dei nervi. Galeno, Paracelso, Boerhaave la consigliavano nella mania e nelle vesanie, malattie che venivano attribuite a diffetto di energia cerebrale. Scriveva Serapio che allevia le inquietudini e tristezze del cervello e principalmente quelle prodotte da umori melanconici - Avicenna che rallegra il cuore e fortifica gli spiriti vitali - Dioscoride che disostruisce i condotti cerebrali e caccia la tetraggine prodotta dall'inspessimento del fluido nervoso [...] » (Scotti, 1872). Per le sue proprietà e per i suoi benefici effetti in molti disturbi di natura fisica, emotiva e del sistema nervoso, è stata coltivata da molte civiltà nel passato, come gli Arabi (che la ritenevano valida contro la melanconia), i Francesi (ne hanno fatto l’ingrediente principale dell'Alcolato di Melissa e di un noto liquore, il Gran Charteuse, rinomato per le proprietà altamente digestive) e i Romani. Durante il periodo del Medioevo, si legge che la Melissa ha avuto un periodo di grande fama come erba medicinale. Addirittura ai tempi di Carlo Magno si dice che questi ne ordinò la coltivazione nei giardini medicinali del regno, in modo da averne sempre in abbondanza insieme all'Acqua di Melissa delle Carmelitane francesi.

Quest’Acqua si preparava macerando melissa, limone, angelica, cannella, garofano, noce moscata e coriandolo. In particolare veniva usata per curare l’ipereccitabilità, il nervosismo (in particolare veniva usata come tonico e sedativo negli attacchi isterici e nelle convulsioni).
Perché un ordine religioso utilizzava proprio la Melissa? Perché una volta questa pianta veniva coltivata principalmente negli orti e nei conventi. Era considerata la pianta che conosceva la forza e l’energia del silenzio.
Nelle culture come la Grecia il nome Melissa si riferiva anche all'Ape. Sempre in Grecia il termine '' Melissa'' veniva usato in riferimento a quelle donne che erano considerate sagge e ricche di doti. In particolare le Sacerdotesse dei misteri di Eleusi e di Efeso venivano chiamate Melisse, appunto.
Nei loro rituali di quest’ultime erano solite fare dei trattamenti con il miele, verso di loro e verso l’iniziando: di questi lavavano le mani e la bocca col miele. Tutto questo allo scopo di purificarlo inducendo uno stato di purezza interiore (si lavava la lingua col Miele perché le parole fossero pure, si lavavano la mani col Miele perché anche le azioni fossero pure).




 

La melissa in moltissime culture è considerata “amica dell'umanità”, questo perché porta leggerezza al cuore, sostiene la digestione, spande la coscienza, rimuove il batticuore, emergendo tra le piante come il più noto antispasmodico cui ricorrere nei momenti infelici dell'esistenza.





PROPRIETA'

La Melissa ha proprietà di sedativo, antispasmodico, digestivo, carminativo, nelle somatizzazioni gastriche di origine nervosa.

Impiego terapeutico: manifestazioni dolorose di origine nervosa: palpitazioni, cefalea, spasmi gastrointestinali, vomito (specie quello gravidico) ecc.; stati di ansia accompagnati da irrequietezza e irritabilità; insonnia; psicastenia; distonia neurovegetativa; dispepsia, aerofagia, flatulenza; piccola insufficienza epatica (favorisce la secrezione della bile); stati di tensione nervosa premestruale. È una pianta «nervina a tendenza carminativa» (Weiss), per questo il suo uso è particolarmente indicato nella cosiddetta "nevrosi gastrica", cioè nei disturbi gastrici dì origine psicosomatica, o anche quando sia presente un quadro di irritabilità generale, difficoltà all'addormentamento e tachicardia su base funzionale

Si dice che..

Una tisana di melissa presa con regolarità ogni mattina, da tono all'organismo, rafforza la mente e allontana la malinconia.
Nel caso di punture di insetti le foglie appena colte sono efficaci se strofinate sulla parte dolente: dà sollievo

 

Barbara Camilli

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